Nel  1996 oltre un milione di contribuenti (350.000 di questi sono professionisti) sono stati obbligati, con la Legge 335/95, ad iscriversi alla Gestione Separata INPS per ottenere una pensione da molti considerata  irraggiungibile.

Lo scopo era quello di assicurare una tutela previdenziale a  tutti coloro che erano esclusi dalle altre forme di contribuzione obbligatoria ( liberi professionisti senza cassa, collaboratori, venditori a domicilio, spedizionieri doganali indipendenti, destinatari di assegni di ricerca, amministratori locali, lavoratori occasionali, associati in partecipazione, amministratori di società, ecc.).

In molti casi si è obbligato il lavoratore ad un duplice versamento contributivo, che aveva solo lo scopo di risanare le casse dell’INPS. Le aliquote contributive della Gestione Separata, inizialmente sopportabili, nel 2018 arriveranno al 33% (2015 – 27,72%, 2016 – 28,72%, 2017 – 29,72%, 2018 – 33,72%).

La Gestione Separata eroga la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata (ex anzianità),  la pensione di invalidità, la pensione supplementare e il supplemento di pensione. I requisiti sono i medesimi dei lavoratori autonomi , ad esempio nel 2015 età 66 anni e 3 mesi per gli uomini o 64 anni e 9 mesi per le donne e 20 anni di contributi. Quindi dal prossimo anno l’INPS dovrebbe erogare le prime pensioni  della Gestione Separata (iniziata appunto nel 1996).

La Gestione Separata non riconosce il diritto alla ricongiunzione, nemmeno se onerosa, ammette la totalizzazione di più periodi contributivi presso diverse casse, ma come sappiamo non devono essere contestuali.  Quindi  con l’intento di dare una speranza a tutti quelli che dal 2018 saranno costretti a versare il 33% di contributi, l’INPS ha concesso la FACOLTA’ DI COMPUTO (circolare 184/2015).

Si tratta di un’opzione gratuita  in virtù della quale vengono computati nella Gestione Separata, ai fini del calcolo del periodo utile, tutti i periodi non coincidenti temporalmente, e ai fini del calcolo della pensione, anche i periodi coincidenti. Tuttavia per avvalersi di questa facoltà bisogna dimostrare di avere almeno 15 anni di contributi (di cui 5 successivi al 31.12.1995) e un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995.

Qualora il lavoratore abbia conseguito già un’altra pensione e abbia compiuto 66 anni e 3 mesi , potrà chiedere una pensione supplementare, naturalmente escludendo i contributi che gli hanno già dato diritto alla pensione principale.