In questi giorni il Governo ha avviato una campagna mediatica per informare i lavoratori e i datori di lavoro che dal 12 marzo è operativa una nuova procedura per le dimissioni del lavoratore.

Una domanda sorge spontanea: chi le inventa queste novità? Riassumiamo la nuova procedura

A) Il lavoratore per rassegnare le dimissioni dovrà:

1. richiedere il codice PIN I.N.P.S. accedendo al sito www.inps.it (sempreché non l’abbia già ottenuto in passato);

2. registrarsi al Ministero del Lavoro, accedendo al sito www.cliclavoro.gov.it (sempreché non l’abbia già fatto in passato);

B)  il lavoratore, in autonomia o con l’assistenza di un soggetto abilitato:

1. deve accedere al sito del Ministero del lavoro: www.lavoro.gov.itform on-line per la trasmissione della comunicazione;

2. andare alla pagine dedicata e aprire il form on-line per l’immissione dei dati relativi alla comunicazione di dimissioni o di revoca;

3. inviare il modello.

C) il modulo di dimissioni/risoluzione consensuale/revoca verrà trasmesso:

1. al datore di lavoro;

2. alla Direzione territoriale del lavoro competente.

Forse i grandi cervelli che hanno partorito tutto questo non sanno che molti lavoratori, soprattutto stranieri, lasciano semplicemente il lavoro e se ne vanno. In precedenza era già difficile chiedere loro di andare a confermare le dimissioni alla DTL ora possiamo immaginare che, salvo poche eccezioni, nessuno potrà più dimettersi, e il datore di lavoro facilmente finirà per pagarne le conseguenze (compreso il contributo obbligatorio per il licenziamento).