La crisi cinese, di questi ultimi giorni, ha radici molto profonde nella storia di quel paese ed è completamente diversa da qualsiasi altra crisi che ha colpito l’Europa e gli USA.

La causa principale del terremoto economico che scuote la Cina è l’eccessivo potere delle aziende pubbliche (SOE).

Secondo l’autorevole Asia Times Holdings Limited “The SOEs could marshal trillions of RMB to advance their own particular interests and hijack the policies and interests of the country by directly or indirectly influencing leaders and political decisions. They could do that for two reasons: They could dispose of the cash flow without any real checks from national and party institutions; and they had privileged access to finance, which they then could distribute at a premium to private companies that were and are the main force of development for China

In altre parole le SOE erano e sono in grado di muovere somme enormi a vantaggio di interessi politici particolari, senza dover rendere conto.

Nelle SOE non c’era e non c’è una politica industriale, al contrario delle aziende private, che hanno investito nella ricerca, nel marketing e nelle risorse umane. Tuttavia i finanziamenti pubblici sono destinati solo alle aziende pubbliche, colossi antiquati e burocratizzati oltre ogni ragionevole limite.

Xi Jinping è fermamente convinto che tutto questo deve cambiare, anche a costo di scontrarsi con i burocrati a capo delle SOE e con l’establishment politico.

La riforma farà male a molti, anche alle stesse imprese private, che oggi sono legate alle SOE per ragioni di filiera o commerciali, ma è necessaria. Quando ci si incammina per la strada dell’economia di mercato non si può più cambiare. La crisi della Borsa è un avvertimento dei burocrati a Xi Jinping affinché riveda le sue scelte.

Xi Jinping deve fare i conti con la fuga dei capitali all’estero, con la burocrazia interna, con le disuguaglianze sociali e con un territorio vasto e incontrollabile. Tuttavia l’economia cinese è ancora la seconda economia mondiale, il senso di solidarietà e di appartenenza alla nazione non è in discussione. Quindi si può e si deve completare il programma di Xi Jinping.

Da più parti si invoca un’amnistia generale per tutti coloro che hanno esportato i capitali, una premialità per coloro che investono in quel Paese e soprattutto una privatizzazione generale del mercato.