Anche il consumo di vino può essere utilizzato per accertare induttivamente il totale dei ricavi di un ristorante.
Dopo il tovagliometro, determinazione dei ricavi in base ai tovaglioli utilizzati, si passa al vinometro, ovvero determinazione dei ricavi sulla base del vino acquistato e venduto dal ristoratore.
L’ accertamento esaminato dalla Corte di Cassazione prevede un consumo medio di 33 cl a coperto, consumo del tutto irragionevole ove si pensi che al ristorante chi guida non beve, ma spesso chi non guida beve anche una bottiglia a pasto. La sentenza 1103/2017 riconosce la legittimità della metodologia accertativa, ma raccomanda la ricostruzione dei ricavi su una presunzione qualificata.