Li Keqiang, il primo ministro cinese, ha dichiarato “guerra” all’inquinamento.

Nel corso della terza sessione plenaria del 18 ° Comitato centrale del Partito comunista cinese (PCC), è stata proposta una tassa di protezione ambientale (EPT) .

La proposta di legge EPT prevede un sistema di calcolo della tassa sull’inquinamento simile alla PDF esistente. Tuttavia, per la prima volta, si prevedono tre regimi: il prelievo multiplo, per i maggiori inquinatori, il prelievo ridotto e l’esenzione, secondo il grado di inquinamento.

Il passaggio da paese che inquina a paese virtuoso sarà doloroso, perché coincide con una considerevole contrazione del PIL, tuttavia l’impegno del governo cinese sembra irreversibile. Il consumo cinese di carbone è sceso leggermente nel 2014 dopo 14 anni di crescita.

Il responsabile alla pianificazione Xie Zhenhua ha detto che la Cina avrà un cielo limpido entro il 2030.

C’è solo da sperare che la vocazione ambientalista della Cina interessi anche le sue aree di influenza economica.

Di recente infatti la China National Petroleum è stata ritenuta responsabile dell’inquinamento del Ciad con i suoi impianti di perforazione. Il governo del Ciad ha imposto alla China National Petroleum di sospendere i lavori ed ha chiesto 1,2 miliardi di Dollari USA di sanzioni per le discariche di rifiuti tossici.